ISIS. Ecco cosa sta succedendo

settembre 2015

Il cosiddetto “Stato Islamico dell’Iraq e della Siria” (ISIS) è un’entità di formazione piuttosto recente (giugno 2014), ma affonda le sue radici nel gruppo “al-Qaeda in Iraq” (2004-2006), nato per combattere l’occupazione americana dell’Iraq, e rinominato poi “Stato Islamico dell’Iraq” (2006-2013). Di seguito le tappe principali dell’ascesa dello Stati Islamico e delle sue azioni militari in Iraq e in Siria.

2012 - LA CRISI
Dopo le numerose sconfitte inferte dalla Coalizione USA e dall’Esercito regolare iracheno, l’ISI controlla la città di Mosul e poche roccaforti nel nord del paese. Intanto invia milizie in Siria a sostegno delle rivolte contro Assad, formando il primo nucleo del gruppo Al-Nusra. Nel mese di maggio Abu Bakr al-Baghdadi viene nominato comandante dell’Isis.

2013 - ORGANIZZAZIONE
L’Alto Comando viene ricostruito e molti volontari si arroulano nell’ISI. Grazie ai finanziamenti stranieri, l’ISI ottiene potere e avvia la rottura con al-Qaeda (formalizzata nel febbraio 2014).

29 giugno 2014 – Nasce l’ISIS
La sera del 29 giugno 2014 Abu Bakr al-Baghdadi annuncia la formazione dello Stato Islamico (ISIS) autoproclamandosi Califfo. In quel momento, egli può contare sul sostegno di numerose comunità locali che gli forniscono appoggio logistico, armi e soldati. Controlla direttamente le città di Mosul, in Iraq, di Raqqah, in Siria, e alcune delle strade principali del paese.

Mappa di Daniele Dapiaggi


luglio 2014 – Espansione in Siria
Il ritrovato dinamismo fa presa sui gruppi ribelli siriani e i membri del più grande di essi, l’Esercito Siriano Libero, entrano tra le fila dell’ISIS, sostenendo gran parte dell’avanzata islamica nel loro paese; conquistano Kobane e arrivano a controllare gran parte del nord della Siria. Le azioni contro le minoranze religiose, i luoghi di culto e i beni artistici diventano quotidiane: il 25 luglio viene distrutta la Moschea di Giona a Mosul (XIII secolo) perché frequentata anche da Cristiani. Nel mese successivo gli Stati Uniti avviano operazioni militari per favorire la fuga degli Yazidi, una grande comunità gnostica di etnia curda stanziata nel nord-est dell’Iraq. Contemporaneamente l’esercito iracheno lancia un’offensiva verso Tikrit.


dicembre 2014 – Il fronte curdo e i nuovi territori
Nel corso degli ultimi mesi del 2014 gli Stati Uniti e alcuni paesi UE (tra i quali l’Italia) inviano armi e personale addestrativo alla popolazione curda dell’Iraq in funzione anti-Isis, riuscendo a riconquistare alcuni villaggi del nord-est e ponendo l’assedio a Kirkuk, senza tuttavia prendere la città. Le milizie del Califfato conquistano intanto Rutba, in Iraq, prendono il controllo di un importante varco con la Turchia ed espandono la loro influenza del centro della Siria.


gennaio 2015 – Verso Damasco
Il 2015 si apre con un sostanziale mantenimento del controllo da parte dell’ISIS, fatta eccezione per la presenza di gruppi a supporto degli islamisti nella zona centrale della Siria fino a Damasco e la perdita del controllo dell’area attorno a Rutba, causata dai massicci bombardamenti siriani e iracheni, conservando tuttavia il governo della città.


maggio 2015 – La presa di Palmira
Il Califfo perde il controllo diretto di alcuni territori in Iraq, ma avanza in Siria occupando il sito archeologico dell’antica Palmira, patrimonio UNESCO. La conquista ha più un sapore propagandistico che strategico: nemici di qualunque forma di cultura, i miliziani utilizzano il teatro romano come scenografia per le esecuzioni capitali e nei mesi seguenti distruggono alcuni luoghi simbolo della Religione Antica, perché politeista: il tempio di Baalshamin (II decolo d.C.) e parte del santuario di Bel (I secolo d.C.). Molti resti archeologici sono venduti sul mercato nero per finanziare il Jihad.


luglio 2015 – I nuovi fronti
A seguito dell’uccisione di alcuni attivisti curdi in Turchia, il PKK riprende le armi contro i turchi i quali hanno avviato alcune offensive aeree anche in territorio iracheno. Lo Stato Islamico si va via via definendo: nelle aree sotto il suo controllo tenta di creare uno stato “normale” fornendo alla popolazione servizi, leggi (la Sharia), un apparato burocratico e una sua moneta, dal valore più simbolico che pratico.